domenica 24 febbraio 2008

LA RANA DALLA BOCCA LARGA

Generalmente guardo la rubrica di Sergio Romano per farmi del male.
Questa mattina avevo gia' deciso di scrivere sulla decisione del papa di cambiare la preghiera pasquale in latino sugli ebrei,quando ho trovato questo articolo sul quale concordo.
A me questa preghiera in latino non dispiace affatto,anzi mi sembra un passo avanti.
In primo luogo e' rivolta ad un'infima minoranza di fedeli dotti e capaci di distinguere.
La massa di fedeli piu' o meno ignoranti e' lasciata fuori dal discorso.
In secondo luogo non vi e' in essa nulla di offensivo.
Il papa ricorda la missione universalistica della chiesa e in una prospettiva millenaria afferma che se in questi due millenni la chiesa non e' riuscita a essere universale,ci sono altri millenni davanti.
Ora ognuno ha il diritto di sognare come gli piace.
Quando la chiesa non afferma chiaramente il suo universalismo io mi sento piu' preoccupato perche' non si sta giocando a carte scoperte.
Invece di interrompere il dialogo i rabbini avrebbero dovuto gioire della possibilita' loro data di
mostrare la propia estraneita' all'universalismo.
Se e' successo il contrario e' perche' siamo a tal punto ellenizzati che vogliamo fare concorrenza alla chiesa sul suo terreno.La rana dalla bocca larga.
E non credo neppure che sia necessario ricorrere all'aiuto dello stato per essere difesi dall'universalismo della chiesa.
La prospettiva universalista e' sul terreno della fine dei tempi.
Sull'oggi la chiesa ha imparato la lezione e i pericoli di antisemitismo non vengono proprio da li.
I pericoli vengono da quei papi che a forza di dialogare e confondere le acque con la sovraesposizione mediatica da vivi e da morti finiscono per arretrare di fronte ad altri universalismi.
Ma questo non mi sembra proprio il caso di Ratzinger.

Nessun commento: